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Avviare il proprio strumento di governo del territorio è per ogni amministrazione un momento importante perché in esso si dovrebbero leggere le politiche di sviluppo che si perseguono e le forme di regolazione affinchè queste si attuino.
Ma sappiamo anche che la costruzione di “piani” è spesso imbrigliata nelle pieghe delle prassi burocratiche, nei procedimenti, piani di settore, vincoli e quant’altro.
Uscire da queste logiche non è facile perché ai mutamenti legislativi, ai nuovi metodi e strumenti di governo del territorio dovrebbero corrispondere paralleli cambiamenti culturali, semplificazioni procedurali, snellimento burocratico per un sempre maggiore avvicinamento tra chi “pianifica” il bene pubblico e la società che di quel bene è il primo tutore e gestore.
In questa direzione va la nostra proposta coniugare Piani Programmi e Territorio per avvicinare il cittadino al mondo delle politiche pubbliche e delle programmazioni..
Con questo dibattito intendiamo sollecitare l’avvio di una nuovafase di dibattito per la costruzione del Piano Territoriale, è quindi l’esito di una grande riflessione collettiva sul nuovo modello di sviluppo che questo comune vuole darsi e che ha come prima centralità dare valore al territorio e alle sue identità e specificità. Questo processo avvierebbe l’apertura di una logica di scambio e valorizzazione identitaria del territorio.
Occorre anche guardarsi attorno: i diversi livelli di pianificazione necessitano di visioni ad ampia scala in quanto è difficile trovare una soluzione ai problemi locali se non in un corretto rapporto con una scala più vasta quale quella sovracomunale.
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