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Il “sistema di bilancio” degli enti locali è stato, in passato, per lo più affidato alla competenza esclusiva degli uffici di ragioneria (o qualificazione corrispondente), con la conseguenza che l’aspetto contabile ha oscurato gli aspetti programmatori e gestionali del sistema e – conseguenza ancora più grave – che si è radicato un diffuso disinteresse da parte degli altri settori dell’ente locale alla concreta predisposizione ed attuazione del bilancio.
Il nuovo sistema tende a far uscire il bilancio dalla stretta competenza degli uffici finanziari, partendo dal presupposto che le conoscenze contabili di base devono essere patrimonio comune di tutti i settori dell’ente, ma soprattutto che il bilancio deve risultare “leggibile” al di là degli aspetti contabili in esso contenuti.
Il legislatore intende sottrarre il bilancio alla stretta (e quasi forzata) competenza degli “addetti ai lavori” per renderlo strumento accessibile ai più.
Ciò implica un raccordo stabile e duraturo tra le diverse previsioni (contabili, gestionali, di politiche, di obiettivo) incluse nei documenti di programmazione e significa l’abbandono di una gestione legata alla necessità del momento ed il perseguimento, da parte delle strutture dell’ente, di fini e scopi delineati e conosciuti.
Pubblicità del bilancio e dei suoi allegati.
Il comma 7 dell’art. 4 del D.Lgs. n. 77 del 1995 impone che i regolamenti tutti e quindi anche quello di contabilità assicurino la conoscenza dei contenuti del bilancio e dei suoi allegati. La mancata regolamentazione viola il principio di pubblicità del bilancio.
Assume particolare rilevanza il ruolo della relazione previsionale e programmatica, il cui contenuto tecnico-descrittivo consente la produzione di un documento altamente efficace, sia in funzione dei dati, non solo finanziari, che può esporre e sia dello spazio che può riservare alle illustrazioni, alle comparazioni, alle motivazioni, non solo tecniche.
la redazione della Relazione comporta cinque momenti, o fasi, strategici e caratterizzanti:
1) la ricognizione delle caratteristiche generali;
2) la individuazione degli obiettivi;
3) la valutazione delle risorse;
4) la scelta delle opzioni;
5) la individuazione e redazione dei programmi e dei progetti.
il legislatore delegato disegna il percorso della ricognizione con una serie di verbi, da ritenersi imperativi, quali “illustra”, “precisa”, “comprende”, “valuta”, “individua”, “evidenzia”. Un susseguirsi di azioni volte dunque ad una sorta di censimento, o di monitoraggio, degli oggetti puntualmente elencati:
1) popolazione:
2) territorio;
3) economia insediata;
4) servizi, con evidenziazione di risorse:
3.2. umane;
3.3. strumentali;
3.4. tecnologiche
Ne nasce una sorta di fotografia dell’esistente, un quadro dettagliato di quello che deve essere il punto di partenza della programmazione.
Su questa base , deve quindi costruirsi il piano di sviluppo dell’ente.
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